Scoperta archeologica a Pombia (Novara)

 

Di recente, una scoperta archeologica ha fornito nuovi spunti ed indicazioni sulle origini della produzione di birra nel nostro Paese. A Pombia (NO), all’interno di una tomba databile intorno al VI secolo a.C., è stata ritrovata un’urna cineraria praticamente intatta al cui interno era conservato, oltre alle ceneri del defunto, anche un bicchiere di terracottacontenente una polvere di colore rosso-brunastro. La tinta ha subito rimandato al vino, ma le analisi hanno rilevato una percentuale superiore al 90% di pollini di cereali, arborei e di luppolotanto da rendere evidente che si trattasse di una bevanda ottenuta per fermentazione cioè, in poche parole, birra scura e ad alta gradazione.



Questo ritrovamento non solo costituisce la più antica testimonianza a livello europeo di birra di alta gradazione, ma addirittura retrodata di molto l’utilizzo del luppolo come aromatizzante per la birra: il luppolo selvatico, infatti,  è ancora oggi caratteristico nelle brughiere del Ticino tra Pombia e Castelletto e viene usato localmente anche per dare gusto ad alcuni piatti come il risotto, secondo una tradizione già citata da Plinio il Vecchio nella Naturalis Istoria. La birra bevuta a Pombia intorno al 550 a. C. – prima dunque delle invasioni galliche in quella regione (la tradizione vuole che furono appunto i Galli a introdurre la birra nel Nord Italia) era dunque molto simile a certe birre forti attuali: scura e rossastra, abbastanza filtrata e prodotta con una miscela di cereali.

Il ritrovamento della birra nella tomba di Pombia evidenzia come questa bevanda fosse un elemento della vita quotidiana tanto da essere un viatico per l’Aldilà.

 

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Miomao_Felix
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